martedì 30 novembre 2010

errare humanum est

Lapsus da bilinguismo?

sabato 27 novembre 2010

spilla pepe sale per condire l'animale..

...l'animale è già condito, olio, pepe, sale e dito. Sì, lo ammetto, l'ho un pò storpiata, ma l'ho fatto per presentarvi un'altra spilla, ancora alla ricerca della sua identità!

La spilla "pepe e sale" è stata fatta, come la precedente, associando lana e cartapesta. L'idea di incollare al centro un ciuffetto di lana ( eh già, è un pò spampanato, devo perfezionarmi) è stata di Ma. che a volte ha più inventiva di me.

Il modo in cui l'ho realizzata ve lo farò vedere se troverò il tempo di documentarne il procedimento.

Come vedete nelle foto, ho decorato il cerchio in cartapesta con qualche paillette e, dato che mi sembrava ancora un pò sguarnito, ho applicato tutt'intorno due giri, uno bianco e uno grigio, di cordoncino in lana fatto col rocchetto (vi ricordate? Ve lo avevo mostrato qui). Una notizia interessante: ho scoperto che l'attrezzino viene chiamato anche tricotin o caterinetta.

Ritornando al mio "UFO"... come vi dicevo, non è ancora diventata una spilla, perchè sto pensando se seguire o no il suggerimento di Floriana che, in fatto di mode, è molto più glamour di me.

E voi cosa ne dite? Vi piace di più la versione spilla, in pendant con i miei capelli...








" in the bathroom" autoscatti


oppure la preferite applicata su un cerchietto nero

o rivestito in lana negli stessi colori dell'applicazione?


Io non so, sono un pò indecisa, aspetto quindi i vostri consigli prima di incollarla definitivamente alla sua identità!

mercoledì 24 novembre 2010

i ricami delle casette


Vi avevo detto, vero, che ve li avrei mostrati uno per uno! Sono i ricami delle casette che vi avevo anticipato nell'altro post sul punto croce. Questi quattro ricami (più uno, quello che vedete sopra), realizzati dal 2004 al 2006, illustrano una fiaba che ho scritto quasi venti anni fa: "Via delle arance", una storia che racconta le vicende di un gruppo di case, i loro abitanti, i loro incubi. Più che favola... direi un horror!

Attorno ad ogni ricamo c'è una cornicetta a punto scritto, poche righe che si riferiscono all'immagine stessa. Anche le casette sono state ricamate interamente a punto scritto, mentre gli altri elementi (arance, palloncini, pianta, mostro) li ho fatti a punto croce. Venite con me in via delle arance?




via delle arance: I RICAMI



Esisteva moltissimi anni fa, un gruppo di vecchie casette, l'una addossata all'altra. Era quella la via delle arance. Gli abitanti di quella via erano allegri e spensierati, poichè d'estate potevano gustare le arance più grosse e succose che mai fossero esistite sulla...

....Quella notte l'incubo, un mostro nero dalle cento mani, fece la sua comparsa verso mezzanotte e ad aspettarlo c'erano tutti gli abitanti con in prima fila Fiorella, un'anziana signora che lavorava in un negozietto di fiori e piante. Tutti insieme si avvicinarono al mostro dalle cento mani e con i preziosi consigli di Fiorella, lo potarono, lo innaffiarono, lo concimarono...



...Tutti insieme si avvicinarono al mostro dalle cento mani e, con i preziosi consigli di Fiorella lo potarono, lo concimarono, lo innaffiarono. Tante furono le cure che il mostro con grande meraviglia si trasformò in una bella pianta rampicante e, dalle cento mani, spuntarono cento stupendi fiori rossi. Gli abitanti esultanti si scambiarono sorrisi e pacche sulle spalle. La...



....La notte seguente erano ancora tutti lì ad affrontare il terzo terribile incubo che arrivò silenziosamente verso le tre di notte. A quell'ora infatti tutte le casette iniziarono pian piano a sprofondare dentro la terra. Fortunatamente gli abitanti , che erano ben all'erta, cominciarono a soffiare dentro a centinaia di palloncini che, una volta gonfiati, vennero annodati dai bambini...



I disegni da cui è scaturita l'idea della fiaba risalgono al '92. Dubito che solo da questi pochi stralci ci abbiate capito qualcosa. Forse la storia ve la mostrerò più avanti, magari a puntate...

domenica 21 novembre 2010

un fiore nella nebbia


La nebbia mi piace. Capisco che per chi non può rinunciare a mettersi in macchina è piuttosto una condanna. E capisco anche chi si lamenta che l'umidità gli entra nelle ossa. Capisco pure che per i capelli che tendono a diventare una massa lanosa informe al benchè minimo accenno di vapore acqueo non è certo il massimo...Eppure nonostante tutto mi piace. Trasforma il paesaggio, lo rende misterioso, soffice e certo un pò spettrale. E se si insinua addosso, oltre ai reumatismi, anche un pò di malinconia... io la sconfiggo così, con questa spilla a forma di fiore che mi sono fatta. Non vi sembra che sia come un faro antinebbia? Beh, per fortuna che non è gialla!



Questo è uno dei primi esperimenti, tutto di mia invenzione, di spille in cartapesta. Sono lavori che ho realizzato una decina di giorni fa e devo dire che mi sono divertita un bel pò.

Rispetto agli oggetti di dimensioni maggiori, hanno richiesto molto meno tempo, infatti la superficie da ricoprire è piccola e non è neanche necessario fare tanti strati. Anche l'asciugatura è piuttosto rapida. Unico neo, lavorare cose così piccole è manualmente più impegnativo.

La spilla-fiore non è dipinta, ma ricoperta con carta molto leggera, quasi una velina, stampata a fantasia, su cui ho steso poi una mano di vetrificante. Al suo interno, ho creato un intreccio con fili di lana.

Lana e carta, i miei materiali preferiti. Le altre spille che ho realizzato ve le mostrerò un'altra volta, ora vado a perdermi nella nebbia....

scritto in un giorno di nebbia, pubblicato in uno di pioggia

giovedì 18 novembre 2010

te vòja ad zòca zala?

Di zucca se ne è parlato in lungo e in largo da Halloween in avanti...zucche intagliate, sagre di zucche, zucche fotografate o dipinte, ricette con la zucca...Vi chiederete quindi come mai anch'io ho deciso di dedicare il mio post a questo argomento. Di certo non potrei competere con quelle fantastiche ricette, perchè è di una ricetta che si tratta stavolta, che voi preparate in modo portentoso, però qualcosa di diverso c'è...non la zucca, ma chi la prepara!

La ricetta non è niente di nuovo, il classico risotto insomma, ma ai fornelli stavolta c'è... lui.

Pronte, allora? No, non per cucinare, cosa avete capito... per mettere il grembiule ai vostri fidanzati, mariti o conviventi e sedervi comodamente in attesa, sperando che non vi incendino la cucina!




IL RISOTTO DI MA.



Ingredienti: riso, zucca, scalogno, vino bianco, dado vegetale, parmigiano grattuggiato, olio, burro, prezzemolo, sale.


Avrete notato, già in partenza che non ci sono le dosi, ma lui fa tutto così, ad occhio.


E adesso vediamolo in azione:


Prima di tutto, taglia la zucca a pezzetti



mentre in un tegamino fa scaldare l'acqua con il dado,
"Uno intero? Ma non è troppo?"

poi taglia altre fette di zucca. Per che cosa? Lo scoprirete in seguito.



E' la volta adesso dello scalogno tritato

"Non stai un pò stretto? Vuoi l'altra battilarda?"


che fa soffriggere nell'olio.

Quando è rosolato, aggiunge anche la zucca a dadoni

e la fa cuocere per qualche minuto. A questo punto, butta il riso
e dopo averlo fatto tostare un pò mescolando, versa nella pentola un pò di vino bianco (se è di buona qualità, ancora meglio...)

Lo fa evaporare e, aggiungendo un pò alla volta il brodo vegetale, procede come per un normale risotto...


....veramente devo precisare che Ma., durante la preparazione, ha un piccolo segreto che vi voglio svelare: manteca e manteca tutto il tempo!
Ah, non dimentichiamoci delle fette intere, però. Durante la cottura del riso, le ha messe a friggere.


Oh, il riso è cotto! A fuoco spento, unisce il parmigiano, un pò di burro, cosparge con prezzemolo tritato, fa i piatti e completa il tutto con alcune fette di zucca fritta.
"Il sale l'hai messo? " Neanche a chiederlo, nonostante ci fosse già il dado, il vino, il parmigiano...lo ha messo, lui nei condimenti non risparmia!


Il risotto di Ma., ve l'assicuro, è buonissimo, il segno nero che vedete in uno dei due piatti non è un capello, bensì un crepo e la voce fuoricampo era la mia...e anche le foto.
Post scriptum per i non romagnoli: Te vòja ad zòca zala? vorrebbe dire: Hai voglia di zucca gialla? frase che di solito viene detta a chi va cercando qualcosa che non esiste, l'impossibile...ma mi correggano pure gli esperti di dialetto!
Secondo post scriptum: il dado non era uno intero, ma mezzo...ci avevo visto male!


Aggiornamento del 28 agosto 2012


Con questo post, una ricetta ora un pò fuori stagione ma da tener buona per l'autunno,  partecipo al Linky Party  by Topogina: "Ho un dialetto per capello" perchè...qualcosa di dialettale c'è!

domenica 14 novembre 2010

la svolta ovvero il periodo creativo nel punto croce











"E' svoltata per caso per di qua?"








Dopo il mio periodo "copiativo" è stata la volta di quello creativo. Una svolta, insomma..

Ormai avevo imparato piuttosto bene a ricamare a punto croce e chiunque ci abbia provato, penso sarà d'accordo con me nell'affermare che è piuttosto semplice. Certo il retro dei miei lavori si presenta come una giungla di fili, ma in questo caso posso dire che mi basta l'apparenza! Un'altra cosa che mi accomuna ancora alle principianti, è forse il fatto di ostinarmi a lavorare sempre e solo la tela Aida: colorata, a trama più o meno fitta, ma sempre di quella si tratta. Perchè non mi sono mai avventurata fra le stoffe più nobili come il lino? Perchè i quadretti di questa tela mi infondono sicurezza, un pò come quelli dei quaderni, è più facile andare dritto!

Inizialmente, come dicevo, copiavo anch'io dalle riviste specializzate e alcuni lavori che ho realizzato in quel periodo potete vederli qui. In seguito però è nato il desiderio di esprimermi, perchè no? anche con questo mezzo: il ricamo. Così, armata di matita e carta da lucido, mi sono messa a ricalcare alcuni dei miei disegni, quelli che mi sembravano più adatti allo scopo, con l'intento di trasferirli sulla stoffa da ricamo.

Non ho usato a dire il vero un'unico metodo. In qualche caso, ho riportato il disegno su carta millimetrata , roba "da togliersi gli occhi"..



..in altri ho preferito invece trasferirlo su un foglio di carta a quadretti più grandi, come quella dei quaderni. Se dovevo copiare invece forme molto semplici, ricalcavo il soggetto con la carta da lucido, lo ritagliavo..



e, fissandolo alla stoffa con degli spilli, ne ripassavo i contorni con la matita. Per i particolari, mi sono sempre arrangiata a mano libera.

Tutti i ricami creativi che ho fatto alcuni anni fa e che ora vi mostrerò, non hanno sicuramente la perfezione, la qualità, le sfumature degli schemi che si trovano già pronti sui giornali, ma realizzarli totalmente da sola mi ha riempito di entusiasmo ! Vi consiglio di provare!





I MIEI RICAMI CREATIVI A PUNTO CROCE




Se ricordo bene il primo è stato questo. Nato da uno dei tanti scarabocchi che facevo mentre prendevo appunti sui quaderni, in vari momenti di distrazione. Ha anche un titolo che forma come una cornicetta a punto scritto: Pioggia di ventagli . Sì, sono partita con una cosa semplice, un ricamo monocromatico. E' del 2004.


Questo invece è un paesaggino, tre casine, fiori giganti simili alle capsule dei papaveri e un immenso campo giallo. Il titolo? Non c'è.



A tre anni di distanza, ho ricamato invece questa "animalessa", copiata pari pari da un mio disegno. Dovrebbe essere una gazza, anche se non sembra..L'intenzione era di proseguire con altre della serie, ma per ora è ancora l'unica.

E poi è venuto il momento delle casette. Il periodo più o meno è sempre quello, dal 2004 al 2006.


Qui c'è una storia, nel vero senso della parola. E un pezzettino di questa è scritta attorno ad ogni ricamo (fa eccezione il primo, quello che vedete qui sopra). Ah, tra l'altro devo ancora incorniciarli...sono davvero di una pigrizia unica!

La fiaba illustrata , da cui ho copiato (a mano libera, usando l'ago come una matita) questi disegni si intitola "Via delle arance", è la storia di una via, i suoi abitanti, i loro incubi. L'ho scritta quasi una ventina di anni fa, chissà che prima o poi non ve la faccia leggere.



Nel prossimo post vi presenterò uno per volta i ricami delle casette, accompagnati anche da qualche stralcio di fiaba, così potrete farvene un'idea.

mercoledì 10 novembre 2010

dieci piccoli indiani: DANZA DELLA PIOGGIA


Eccoci ad un altro appuntamento con gli indiani. Per saperne qualcosa di più su questo post, andate a leggere la presentazione qui, poi tornando in questa pagina, immergetevi nelle suggestive parole di questo popolo. Cosa c'è di meglio in questi giorni "novembrini" di un canto sulla pioggia? Beh, la danza forse è meglio non farla...



DANZA DELLA PIOGGIA


Dalla sua casa di oscurità

varcata la tenda di cielo

che ne chiude la soglia,

lungo un sentiero scavato dai fulmini

arriva la Pioggia,

i piedi avvolti

in mocassini di nebbia,

il capo avvolto

da nuvole oscure,

coronato d'arcobaleno.

canto Navajo



lunedì 8 novembre 2010

errare humanum est

Cosa ne dite, sarà buono questo gelato?

venerdì 5 novembre 2010

gioco anch'io!


Arrivo un pò in ritardo, ma lo so, sono sempre stata lenta nel gioco della staffetta!! Ringrazio tantissimo le amiche che mi hanno passato il testimone e a mia volta lo regalo volentieri a chi ancora non ha partecipato. Secondo me questa è una iniziativa davvero interessante perchè ci consente di parlare un pò della nostra infanzia in modo da approfondire la conoscenza, l'amicizia che è nata fra noi bloggers. Inizialmente ero un pò restia a "buttarmi", ma poi sono stata travolta da un mare di ricordi...vi tiro un salvagente?


Il regolamento prevede di copiare il logo, rispondere alle domande e passare il testimone a 10 amici blogger, linkando i loro indirizzi. Questi, a loro volta, dovranno fare altrettanto.


Ecco le domande:

1) Quando da piccoli vi veniva chiesto cosa volevate fare da grandi, cosa rispondevate?

2) Quali erano i vostri cartoni animati preferiti?

3) Quali erano i vostri giochi preferiti?

4)Qual è stato il vostro più bel compleanno e perchè?

5)Quali sono le cose che volevate assolutamente fare e non avete ancora fatto?

6) Qual è stata la vostra prima passione sportiva o non?

7) Qual è stato il vostro primo idolo musicale?

8) Qual è stata la cosa più bella chiesta (ed eventualmente ricevuta) a Babbo Natale, Gesù Bambino, Santa Lucia?



E queste sono le mie risposte:

1) Non ricordo che mi venisse chiesto e quasi certamente non avrei risposto. Comunque avrei voluto fare tante cose, come ad esempio la maestra, la scattinatrice (su rotelle), la pattinatrice,

la ballerina o la scrittrice di un unico libro sulla vita dei piccoli animali da giardino (insetti e compagnia bella).

2) I miei cartoni preferiti? Mi piaceva tantissimo un programma pomeridiano, "Braccobaldo show" che riuniva i personaggi di "Hanna & Barbera": Tom e Jerry, Yoghi e Bubu, Braccobaldo, Leone Svicolone ecc...


3) I giochi che preferivo fare erano: andare in altalena, fare il "salto incrociato" con la corda, scattinare, giocare a palla 10, ai 4 cantoni nelle colonne d'ingresso della mia chiesa, tutti i giochi cantati dalla "Bella lavanderina" a "Le ciliegie" e naturalmente giocare con le bambole e il mio cane.


4) Non ne ricordo uno in particolare. Il mio che cade proprio la vigilia di Natale, veniva sempre festeggiato il giorno seguente. Pranzo nel tavolone della sala assieme ai parenti, torta con candeline e regalo unico, ma più consistente.

5) Non credo ci fossero cose che volevo assolutamente fare...

6) Molto sportiva non sono mai stata, però il pattinaggio, su ghiaccio o pavimento, è stato forse la mia prima grande passione. E poi...ah certo, la bicicletta! Eccomi alle primissime armi..



7) Sul mio primo idolo musicale non ho alcun dubbio. Ancora oggi quando ascolto "Il mio canto libero", sento scorrere addosso l'emozione quasi struggente che provavo da bambina alle prime note di questa canzone. Riascoltatelo anche voi, il grande Lucio Battisti!



8) Non ricordo di aver fatto richieste particolari, non so... forse la cosa più bella desiderata e ricevuta sono stati i pattini. All'inizio, quando d'estate andavo in montagna, li prendevo a noleggio come tutti. Mentre muovevo i primi passi traballanti sul ghiaccio, mi incantavo a guardare quelle bambine, a volte più piccole di me, che volteggiavano nelle loro tutine colorate con ai piedi dei bellissimi, candidi pattini a stivaletto. Così quando il mio numero di piede si è stabilizzato (non che ci abbia impiegato molto!) me li sono fatti regalare. Sì, penso di averli desiderati tanto...